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di Peter Liechti, con Stefan Kurt, Susanne Lüning
(Svizzera, 1997)
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Bianco e nero espressivamente coerente, espressionista, che sa sfociare in immagini inedite come quelle di una canoa in discesa sulla neve. Echi di Wim Wenders: ma mai debordanti. Incrostazioni, deformazioni da espressinismo alla Murnau: assimilate, digerite, quindi senza mai apparire falsamente sperimentalistiche. Il mistero della Donna, in questo noir opera prima sarà anche un po' pretestuoso, e la sceneggiatura talora si squaglia. Cosi il mistero: ma la messa in scena è coerente, alla ricerca di gradevoli, interessanti atmosfere polanskiane. Un film formalmente ricco, un viaggio verso la follia (ma con tanto di dark-lady) che si reclama all'universo degli Hitchcock, dei Polanski, dei Bunuel. Che, effettivamente, rappresenta nel cinema svizzero un tentativo di uscire dai sentieri battuti, di abbandonarsi al piacere della fascinazione, del mistrero straniante delle immagini. Complice una sceneggiatura non all'altezza delle ambizioni formali, il film finisce per stemperare in mille piste, in un grottesco vieppiù facile, in una conclusione un po' didattica e faticosa.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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